giovedì 30 dicembre 2010
La vita è adesso
sabato 25 dicembre 2010
Eleonora
Era bella, intelligente, acuta e a volte sarcastica.
Credeva in Dio: un Dio forte, ma anche ingiusto, al potere del quale sembrava sottomettersi con grande fede.
Ma era sanamente triste e spaventata.
.
E' arrivata da me un anno fa, proprio in questo periodo, e mi ha detto di volere fare un "percorso" per le brutte sensazioni di panico che viveva la notte, quando la paura della morte veniva a trovarla...nonostante questa professata fede, nonostante una famiglia molto vicina, nonostante la acuta intelligenza e la grande forza d'animo.
.
Ho provato ad evitarla, in un certo senso: sentivo che il vortice dell'angoscia di morte era il vero prezzo da pagare per starle vicino, ma lei mi ha chiamata, ed in maniera crudelmente esplicita, mi ha detto di aver scelto me, di volere me.
.
L'ho accolta e mi sono fatta contagiare dal confronto con la morte.
Abbiamo lavorato cosi, una volta a settimana, ed abbiamo guardato in faccia i suoi mostri interiori ed esteriori, quelli consci ed inconsci e siamo state forti, ma anche impaurite...tanto tanto impaurite.
.
Ma il panico se ne è andato.
.
Poi abbiamo toccato l'ebbrezza dell'ipotesi della guarigione e poi l'abisso della recidiva e dello sguardo della morte: freddo, implacabile.
.
In maniera sana si è allontanata da me in questo ultimo periodo: non ci si può confrontare con se stessi in alcuni momenti e, forse, alcune vicinanze affettive è meglio negarle per soffrire meno nell'ipotesi della separazione.
.
Ho pensato di cercarla. L'ho fatto un paio di volte e lei non mi ha ricercata. Ho pensato che dovevo rispettare i suoi bisogni e, pur avendola sempre in mente, ho aspettato che fosse lei a cercare me, senza anticiparla, senza sostituirmi a lei, facendo il mio lavoro e non trasmettendole le mie angosce per contenere le sue, solo le sue.
.
Se ne è andata stanotte, la notte di Natale, in un beffardo gioco del destino. Me lo hanno detto oggi ed ho pianto lacrime amarissime, che sapevano del fiele dell'impotenza e dell'immaturo rifiuto di lasciarla andare.
.
Dov'è il suo Dio? Che ne è delle sue preghiere?
.
Aveva 16 anni e io ero la sua psicoanalista.
giovedì 16 dicembre 2010
Questo è un post strano
lunedì 15 novembre 2010
Di intuizioni ginecologiche
lunedì 1 novembre 2010
Gelosia, seconda parte
martedì 26 ottobre 2010
Ti amo, mamma
venerdì 15 ottobre 2010
Manipolatrice 2
giovedì 14 ottobre 2010
Manipolatrice
venerdì 8 ottobre 2010
I papà e le mamme (gli uomini e le donne?)
sabato 2 ottobre 2010
La borsa delle mamme

sabato 18 settembre 2010
Differenze di Genere
.
Ho cercato di fargli notare che un atteggiamento del genere rischia di creare un tabù dove non ce ne sarebbe bisogno, ma tant'è. Il risultato di ciò è che Papera ha visto me e se stessa nude, ma mai un uomo.
.
Questa estate, al mare, i vicini di ombrellone, hanno un figlio maschio, coetaneo di Papera: Alessio.
La mamma di Alessio cambia il costumino al bambino e il bimbo rimane nudo davanti a Papera.
Lei sgrana gli occhi, poi mi guarda e indica il "piccolo e-ancora-misterioso aggeggio": "cos'èee?"
"Piso", fa lui
"Piso?", commenta Papera
"Si, Piso, eh !"
"Ahh....Sc'hai bua 'a patatina?"
mercoledì 15 settembre 2010
Io ho sonno
"Mamma, Io ho sonno"
"Uhm????!!!"
"Io ho sonno"
"Bambolina, (sbadiglio) brava, la tua prima frase (sbadiglio) costruita ...ronf"
"IO HO SOOOONNO"
"E ho capito, anche io ho sonno"
"No, IO ho sonno"
"Ho capito, ma anche IO ho sonno"
"NOOOOO, IO ho sonno"
"Ma, scusa, non posso avere sonno anche IO, dopo che mi hai fatto svegliare un milione di volte stanotte?"
"NO!"
"Ah"
...Bella cosa, l'egocentrismo infantile.
lunedì 13 settembre 2010
Supplica a mia madre
E' difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.
Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
giovedì 9 settembre 2010
We are back!

sabato 27 febbraio 2010
Compromessi
Per carità, la mamma ha sempre desiderato farlo, questo sì. Ma, partendo dalle riflessioni con lei, pensavo a quanto di noi è giusto, è il caso, è desiderabile tenere (e quanto, invece, è il caso di lasciare andare) una volta che si è saltato il "fosso della maternità".
Non vorrei essere fraintesa, non è che io creda che sia necessario lasciarsi alle spalle noi stesse nel diventare madri, anzi. E' che ho l'impressione che spesso e volentieri ciò avvenga quasi "naturalmente". E, forse, tale fenomeno è direttamente proporzionale con la percezione di un qualche tipo di fatica ad entrare nel nuovo ruolo.
Un esempio tra tutti: io sono sempre stata una sorta di teledipendente. E non me ne vergogno. Cioè, sono una persona che mai si sognerebbe di parlare male, per partito preso, della TV. Al momento non ci sono programmi che mi piacciono, va bene, ma io con la TV ci sono cresciuta, mi ha tenuto compagnia e tuttora lego tanti momenti della mia vita a qualche scena di qualche telefilm o cartone animato (un esempio tra tutti: ma voi non ricordate con nostalgia "I ragazzi del muretto"? Per me quelle scene si legano agli odori ed ai sapori della mia prima adolescenza...).
Dunque, soprattutto cartoni e telefilm. Mi piacciono, mi mettono di buon umore, mi tranquillizzano. Quando ero incinta e soffrivo di insonnia cronica, per esempio, avrò visto (e non esagero) almeno 3 volte TUTTE e dieci le serie di Friends. Ne so citare a memoria i dialoghi e, se ci fosse ancora, potrei andare a TeleMike (altro ricordo...ah, che nostalgia!).
Tornando a noi. Questo dato di me cozza con la maggiorparte delle ricerche di sviluppo infantile, per lo meno quelle che si concentrano sullo sviluppo del linguaggio, che giudicano malissimo l'esposizione dei piccoli alla "santa" TV. In pratica l'idea è che la TV passivizzi e che, non corrispondendo agli schemi interattivi del linguaggio tra persone, non ne promuova affatto lo sviluppo. Questo includerebbe anche i famosi "programmi intelligenti", apparentemente creati apposta per i bambini, che, in buona sostanza, non li aiuterebbero (anzi rallenterebbero) lo sviluppo della turnazione, la reciprocità e l'acquisizione della ricchezza tipica del linguaggio verbale reale.
Chiaro, le ricerche vanno sembre contestualizzate, considerando il campione che hanno esaminato e le altre variabili in gioco (tipo: ma quante ore stanno sti bimbi davanti alla TV? e il resto del tempo che fanno? etc...), però una domanda mi nasce spontanea: a me, che il massimo del tempo libero è starmene svenuta sul divano a guardare telefilm mentre mangio e bevo, quanto durerò nel centellinare la TV a Papera che, invece, sembra aver preso questa insana passione proprio da mammà? E quanto è giusto "fami violenza"?
Quanto di noi dobbiamo mettere a tacere se pensiamo non faccia bene ai bambini? E quanto di noi, nonostante le buone intenzioni, passa lo stesso e, guarda un pò, magari viene agito direttamente dai bambini ?
Insomma: dove sta il punto del compromesso?
lunedì 8 febbraio 2010
Facciamo musica !

domenica 17 gennaio 2010
Sulle amicizie vere e virtuali
