domenica 17 gennaio 2010

Sulle amicizie vere e virtuali


Sto leggendo il libro di Marilde, che non vedo l'ora di finire per poterne parlare e parlare e parlare. Gli stimoli che lei fornisce sembrano infiniti.
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Uno, soprattutto, per ora, ha provocato risonanti ridondanze dentro di me: dove sono le altre mamme? Dove sono le mamme che fanno fatica, che non dormono, che non ce la fanno più a non riposare e a dover contenere, sostenere, consolare e, perchè no, anche lavorare? Dove sono le amiche che un tempo ascoltavano i tuoi crucci nel mondo reale, ed ora, avendo figli come te, ti aspetteresti che potessero condividere la tua stessa stanchezza, la stessa ansia e, a volte, di nuovo perchè no, anche una sana depressione? Dove sono le possibilità di vedersi tutte insieme e fornire ai bambini occasioni di scambio, ma anche momenti di svago per noi adulti, magari, ari-perchè no, davanti a un bicchiere di vino? Dov'è la complicità femminile di questo momento di vita che forse renderebbe tutto più leggero, più facile? Dove sono le compagnie-cura alla solitudine di cui parla la stessa Marilde?
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Le mie amiche vere sono delle persone fantastiche: interessanti, divertenti, belle. Ho milioni di ricordi con loro, ma, nonostante abbiano bambini piccoli come me, mi sembrano distanti da quanto vivo io. Ma è possibile che ancora, anche tra di noi, ci sia questa inibizione sociale a parlare di quanto l'abnegazione materna sia, a volte, non solo faticosa, ma pesante e insopportabile? Possibile che per loro sia diverso? Perchè non se ne può parlare?
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Allora sembra impossibile che, invece, sia solo nei blog, al riparo dallo schermo, che di questo si possa discutere e, ari-ari-perchè no, anche lamentarsi.

Che un lamento mica è equivalente all'assenza di amore o di desiderio di contatto e vicinanza al tuo bambino. Che un lamento è la voce naturale dell'Ombra del materno che non solo nutre e protegge, ma fagocita e distrugge anche. Perchè la si può vedere solo da lontano questa Ombra, nel collettivo dal quale prendiamo le distanze, e mai nel quotidiano, che non è qualcosa di tanto astratto, ma corrisponde ai "non ti sopporto più quando ti svegli 12 volte per notte", "ti prego fammi mangiare un boccone in pace", "rendimi due ore della mia vita da sola", eccetera, eccetera.
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La differenza, forse, sta solo nella quantità. Che è un pò la differenza tra bersi un bicchiere di vino al giorno oppure due bottiglie: un conto è potere integrare anche il lamento e la rabbia all'interno dell'esercizio di un materno sufficientemente buono, un conto è vivere ogni santo momento della propria giornata come qualcosa di ostile ed odioso.
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Non so.
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Mi sembra che, per ora, siamo ancora qui: nel vecchio stereotipo della buona madre, che lascia, però, ottime donne e madri in un vortice di obblighi e tabù ancora troppo spesso solitario.

lunedì 4 gennaio 2010

Bambina !

Non so come sia possibile che il tempo voli così rapido: un blink ed eccoci qui e tu che non sei più una neonata (ed io non più una neomamma), ma, così, senza preavviso, sei diventata una bambina.
Una bambina!
Che va al circo e guarda gli elefanti e ride quando girano il sederone.
Che gioca a "fare finta" : far finta di cucinare con i tuoi strumenti preziosi portati da Babbo Natale, far finta di dormire, far finta di ridere (ma questa capacità chi te l'ha insegnata?), far finta di piangere (questa sì che so chi te l'ha insegnata!) far finta di bere, far finta di fare la mamma alle tue piccole bambole.
Ora seduci con consapevolezza, dici "Mammà" con diversi accenti a seconda delle occasioni e provochi per osservare le nostre reazioni.
Ora ti arrampichi in ogni dove tanto per sottolienare la tua scarsa somiglianza con tua mamma-vegetale-motorio.
Ora ti tuffi a pesce tanto per far sì che mamma alzi il culone dal divano e, sempre per la stessa ragione, quasi la sollevi di peso con le manine per farla andare dove vuoi.
Ora dici "giù" per dire "su, qui, qua, a destra, a sinistra".
Ora, finalmente, sei nella vera fase mammona della tua vita (ah, che soddisfazione!).
Ora sei una sfida educativa divertentissima e coccolosissima.