domenica 15 novembre 2009

Addio ai monti



"Finalmente" ci siamo: domani è previsto il fantomatico trasloco.
Domani è arrivato.
Allora oggi, in molti sensi, si chiude una lunga fase della mia vita.
Certo domani se ne apre un'altra, ma, intanto, oggi è oggi.
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Allora, in questo turbine di "fai, fai, fai" e "corri, corri, corri", ho, piu' o meno consapevolmente, evitato, non solo di andare, ma anche di pensare alla vecchia casa che lasciamo per trasferirci nella grande e comoda novità. Il pensiero era troppo doloroso e poi, come scusa mentale, c'era sempre il "tanto ancora manca tanto", "ci penserò in un altro momento".
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Ora, invece, ci siamo e domani caricheranno mobili, scatole e una grossa parte di me.
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Perchè quella casetta, con le pareti tutte bianche e le porte azzurro Santorini, la ho dipinta io. La ho arredata io e la ho abbellita in anni spensierati e dove tutto era un costruire ed investire in un futuro che sembrava onnipotente ed infinito.
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Perchè quella è la casa dei miei 20 anni, della separazione dalla confusione familiare per approdare alla linearità della libertà e della emancipazione.
Perchè lì ho scoperto di essere quella che sono e di volere quello che voglio.
Perchè lì ho ricominciato a dormire serena e mai, ma proprio mai, mi sono svegliata senza sapere dove fossi.
Perchè lì ho raggiunto i miei desideri personali e professionali: lì mi sono laureata, specializzata, sposata ed ho avuto una figlia.
Lì ho ricucito i rapporti familiari. Lì ho amato, odiato, pianto, ma soprattutto riso.
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Perchè in quella casa è ri-iniziato tutto: da quegli infiniti scambi epistolari, a quella notte passata a parlare e guardarci sapendo che eravamo sempre noi, nonostante gli anni di lontananza, nonostante le altre storie, nonostante gli altri progetti.
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Perchè lì abbiamo deciso di stare insieme, proprio lì, su un divano blu che ha visto e sentito tutto e sorretto il peso di un grande amore.
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Perchè lì mi sorprendevi con giochi di candele e tanto tanto amore.
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Perchè lì abbiamo deciso di formalizzare un'unione e lì abbiamo festeggiato fino all'alba con amici, pizza e taaaaanti alcolici.
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Perchè lì abbiamo deciso di diventare una famiglia e lì abbiamo concepito quel figlio che era già dentro le nostre fantasie da tanti anni.
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Perchè lì la abbiamo aspettata, lì abbiamo avuto paura e lì è nata: il miracolo della vita nella nostra casa dove abbiamo imparato ad essere una coppia, per poi imparare ad essere in tre.
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Perchè lì abbiamo vissuto le eterne notti insonni, passeggiandola per ore nel breve corridoio e sul terrazzo da cui si vede er Cuppolone.
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Perchè lì il quartiere è diventato un paese e le persone amiche e le donne "altre mamme" e la vita piu' bella, piu' ricca, piu' saporita.
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Perchè lì noi siamo diventati veramente noi.
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...E mi prende una fitta allo stomaco al pensiero che questo cambi, si chiuda, appartenga al passato. Il pensiero che quella scomodità romantica possa trasformarsi in qualcosa che non conosco e in una vita che non è la mia.
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Addio casa...grazie.

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Addio/ monti sorgenti dall’acque- ed elevati al cielo/ cime inuguali/ note a chi è cresciuto tra voi/ e impresse nella sua mente/ non meno che l’aspetto de’ suoi familiari/ torrenti- de’ quali si distingue lo scroscio/ come il suono delle voci domestiche/ ville sparse e biancheggianti sul pendìo/ come branchi di pecore pascenti/ addio!/ Quanto è tristo il passo di chi/ cresciuto tra voi/ se ne allontana!/
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Alla fantasia/ di quello stesso che se ne parte volontariamente/ tratto dalla speranza di fare altrove fortuna/ si disabbelliscono/ in quel momento/ i sogni della ricchezza/ egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere/ e tornerebbe allora indietro/ se non pensasse che, un giorno- tornerà dovizioso/ Quanto più si avanza nel piano/ il suo occhio si ritira/ disgustato e stanco/ da quell’ampiezza uniforme/ l’aria gli par gravosa e morta/ s’inoltra mesto e disattento/ nelle città tumultuose/ le case aggiunte a case/ le strade che sboccano nelle strade/ pare che gli levino il respiro/ e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero/ pensa/ con desiderio inquieto/ al campicello del suo paese/ alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso/ da gran tempo/ e che comprerà/ tornando ricco/ a’ suoi monti/
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Ma chi/ non aveva mai spinto/ al di là di quelli/ neppure un desiderio fuggitivo/ chi/ aveva composti in essi/ tutti i disegni dell’avvenire/ e n’è sbalzato lontano/ da una forza perversa!/ Chi/ staccato a un tempo/ dalle più care abitudini/ e disturbato nelle più care speranze/ lascia que’ monti/ per avviarsi in traccia di sconosciuti/ che non ha mai desiderato di conoscere/ e non può/ con l’immaginazione/ arrivare a un momento stabilito per il ritorno!/
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Addio/ casa natìa/ dove/ sedendo/ con un pensiero occulto/ s’imparò a distinguere dal rumore de’ passi comuni- il rumore d’un passo aspettato/ con un misterioso timore/ Addio/ casa ancora straniera/ casa sogguardata tante volte alla sfuggita/ nella quale la mente- si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa/ Addio/ chiesa/ dove l’animo tornò tante volte sereno/ cantando le lodi del Signore/ dov’era promesso/ preparato un rito/ dove il sospiro segreto del cuore- doveva essere solennemente benedetto/ e l’amore venir comandato/ e chiamarsi santo/ addio!// Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto/ e non turba mai la gioia de’ suoi figli/ se non per prepararne loro- una più certa e più grande.

1 commento:

  1. bellissimo e romantico post. in bocca al lupo. se per caso ti capita di litigare con il tuo compagno nei prossimi giorni (anche toccando abissi mai raggiunti) non ti preoccupare: è normale. quest'estate dove abito io abbiamo traslocato tutti assieme (casa nuova, consegnata nello sesso momento a tutti) e si sentivano volare dei bei "vaffa". ricordati queste mie parole e... non volevo toglierti la poesia, solo dirti che lo stress da trasloco può fare brutti scherzi, ma poi passa. abbracci

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