Bambola ha preso la varicella.
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Era il quel del paesino di montagna a godersela con i nonni (ed io che facevo su e giù), ma l'ho dovuta portare a Roma a causa della prima, inequivocabile, bolla.
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L'avevo appena iscritta alla "settimana in fattoria" dove avrebbe dovuto passare le mattine ed i pomeriggi con pony, agnellini e asinelli, ma alla vista della bolla malefica le dico, con dispiacere, che deve tornare a casa con me.
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Mi dispiaccio tanto per lei e allora decido di avviare la tecnica "come ti fomento per fartela prendere bene": "dai, Bambola, che bello, hai preso la varicella, yuppi, ora potrai guardare tutti i cartoni che vuoi, tutto il giorno e stare a casa e mangiare le cose preferite, ariyuppi" (fomento mode ON).
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Lei decide di credermi e cominciano a passare i giorni.
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Aumentano le bolle in maniera esponenziale.
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Ieri sera lei è tutta una pustola, ovunque (veramente ovunque poveraccia) e non riesce nemmeno a mangiare.
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Siamo sul lettone, aria condizionata accesa, serie di Peppa Pig senza soluzione di continuità.
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Bambola mi guarda e fa: "mamma, mamma, tu sei la migliore mamma del mondo, dell'universo e io...io...sono felicissima!!".
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Dite che ho esagerato?
giovedì 5 luglio 2012
sabato 2 giugno 2012
La rompicoglioni della scuola
Primo anno scuola materna di Bambola (ormai al termine). Scuola Privatissima (anche nel costo, ma in zona non ci sono grandi alternative nel pubblico).
Nel corso dell'anno la maestra mi segnala che Bambola, non essendo abituata a menare le mani, quando entra in conflitto con i bambini, tende a rabbuiarsi e a sembrare triste.
Bisogna dargli strumenti aggiuntivi, mi dice la maestra. Io confermo che Bambola è abituata a parlare di come si sente piuttosto che menare le mani.
Passa il tempo e la maestra mi dice che la vede più sicura ed assertiva.
Bene.
Poi io assisto, in questa ultima fase dell'anno, a scene assurde, davanti ai miei occhi: bambine possedute che dicono cose super cattive: tipo non puoi giocare con noi perché...vai via...insomma prepotenze su prepotenze.
Bambola comincia ad avere qualche sintomino di disagio: pipì a letto, pianti notturni.
Aiuto Bambola a gestire la cosa con "quelle bambine" e risegnalo la cosa alla maestra la quale, per qualche motivo, si mette subito sulla difensiva.
Nello stesso tempo ricevo molte segnalazioni da altre mamme della stessa classe con bambini con gli stessi sintomi.
Allora, penso, è qualcosa che deve essere gestita dalla classe. Scrivo una mail a tutti i genitori e, con molta diplomazia (aho, io de mestiere scrivo sempre messaggi orientati al positivo), chiedo un incontro aperto , anche con la maestra e la preside per capire meglio cosa succede.
Molte mamme escono allo scoperto e dicono : "anche mio figlio...anche il mio....". Si cerca di organizzare l'evento.
Poi arrivano due mail della madre capa classe nonché (che caso) madre della piccola tiranna della classe che, aggredendo i promotori dell'iniziativa (cioè fondamentalmente io), dice che abbiamo firmato un pof, che lei non verrà, che dove si vuole andare a finire, che....che....
Io elegantemente mi defilo e dico che procederò per vie personali, allora, e che senz'altro lo scontro non serve a nessuno.
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Insomma alla fine della storia questo è il risultato: la maestra mi spedisce dalla psicologa scolastica per lunedì perché prima non mi "concede" un colloquio individuale, io oggi ho preteso di parlare con la preside la quale "ma signora, ma quando mai...", la maestra nel frattempo mi fa gli occhi arcigni....ed io (che mi ero proposta anche di aiutare con ipotesi di circle time, etc...) sono ufficialmente la rompicoglioni della scuola.
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Benissimo.
Nel corso dell'anno la maestra mi segnala che Bambola, non essendo abituata a menare le mani, quando entra in conflitto con i bambini, tende a rabbuiarsi e a sembrare triste.
Bisogna dargli strumenti aggiuntivi, mi dice la maestra. Io confermo che Bambola è abituata a parlare di come si sente piuttosto che menare le mani.
Passa il tempo e la maestra mi dice che la vede più sicura ed assertiva.
Bene.
Poi io assisto, in questa ultima fase dell'anno, a scene assurde, davanti ai miei occhi: bambine possedute che dicono cose super cattive: tipo non puoi giocare con noi perché...vai via...insomma prepotenze su prepotenze.
Bambola comincia ad avere qualche sintomino di disagio: pipì a letto, pianti notturni.
Aiuto Bambola a gestire la cosa con "quelle bambine" e risegnalo la cosa alla maestra la quale, per qualche motivo, si mette subito sulla difensiva.
Nello stesso tempo ricevo molte segnalazioni da altre mamme della stessa classe con bambini con gli stessi sintomi.
Allora, penso, è qualcosa che deve essere gestita dalla classe. Scrivo una mail a tutti i genitori e, con molta diplomazia (aho, io de mestiere scrivo sempre messaggi orientati al positivo), chiedo un incontro aperto , anche con la maestra e la preside per capire meglio cosa succede.
Molte mamme escono allo scoperto e dicono : "anche mio figlio...anche il mio....". Si cerca di organizzare l'evento.
Poi arrivano due mail della madre capa classe nonché (che caso) madre della piccola tiranna della classe che, aggredendo i promotori dell'iniziativa (cioè fondamentalmente io), dice che abbiamo firmato un pof, che lei non verrà, che dove si vuole andare a finire, che....che....
Io elegantemente mi defilo e dico che procederò per vie personali, allora, e che senz'altro lo scontro non serve a nessuno.
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Insomma alla fine della storia questo è il risultato: la maestra mi spedisce dalla psicologa scolastica per lunedì perché prima non mi "concede" un colloquio individuale, io oggi ho preteso di parlare con la preside la quale "ma signora, ma quando mai...", la maestra nel frattempo mi fa gli occhi arcigni....ed io (che mi ero proposta anche di aiutare con ipotesi di circle time, etc...) sono ufficialmente la rompicoglioni della scuola.
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Benissimo.
martedì 27 marzo 2012
Profumo di Libertà
Finalmente me ne approprio.
La libertà.
Quella dell'assenza di senso di colpa nella separazione.
Quella separazione tanto temuta e tanto desiderata.
Potersi allontanare e non aver paura di provocare rotture, in lei ed in me.
...
Come un mare che si prosciuga,
siamo arrivate oltre la riva
la spiaggia e l'acqua
a volte la stessa cosa, a volte completamente separate.
oggi mi godo tre giorni di viaggio, sulla spiaggia, sdraiata da sola.
...
Tutto questo per dire che, dopo la gravidanza ed i tre anni e mezzo di maternità, sono partita da sola per un week end a Ginevra. Tutto bene. Tutto bello. Anche sentirle dire: "mamma, non farlo più, non partire più senza di me".
venerdì 23 dicembre 2011
Confesso che ho pianto...
No vabbè, alla recita non me lo aspettavo.
La recita.
Cioè i canti, ma tutti vestiti da angioletti in bianco con colorati foulards in mano.
Ero tutta d'un pezzo: bella, phonata (o meglio piastrata), truccata, taccata, anche un pò laccata per la serie "guarda che mamma figa e gggiovane e easy che ha mia figlia".
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E invece...
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Lei entra e, a dispetto della canzone che parte, è l'unica a gridare."guarda, mamma, il mio colore preferito....guarda mamma, anche il mio colore non preferito...ciao mamma....mamma, ggneni da me a cantare qui".
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Insomma, che volete, nun gliela potevo fà e ho cominciato a piangere, manco fossi al suo matrimonio. E guardavo il marito il quale aveva gli stessi sbrilluccichini.
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Che mammole.
mercoledì 7 dicembre 2011
Perchè non dici più MONONO?
Scusa, ma quando hai smesso di dire Monono (biberon) e io vieno (vengo) e ho piangiuto (pianto)?
Quando è che hai cominciato a parlare da grande?
Guarda, amica, che se anche sei grande grande ancora non hai raggiunto con la testa il soffitto come Alice per cui ancora sono la tua mamma e ti posso vedere piccola.
Per favore, puoi rimanere piccola?
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Così?
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Tre anni e tre mesi, che meraviglia. Menomale che ancora dici copocopia (fotocopia).
mercoledì 9 novembre 2011
Mavaff'
L'altro giorno è successo un piccolo incidente domestico: Papera mette la gambina sotto il divano mentre gioca con il padre. Il padre cerca di tirarla su dalle braccia e, pensando che lei stia facendo resistenza "per finta", strattonandola le causa una distorsione alla gamba e/o all'anca.
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Corriamo al pronto soccorso pediatrico e, dopo due radiografie, ci confortano che non ci sono fratture, ma la bambina deve stare a riposo senza camminare per sette giorni.
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Torniamo a casa e io, nel vestirla, le infilo un dito nell'occhio. Sembra che nemmeno se ne sia accorta, ma lamenta ancora dolore alla gamba e siamo costretti a darle anche un antidolorifico.
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La faccio dormire con me nel lettone e, presa un pò dall'ansia, veglio letteralmente su di lei per tutta la notte. Notte nella quale lei, invece, dorme beata.
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Si sveglia la mattina in preda al pianto.
"Amore di mamma, che c'è?" , dico amorevole
"Tu...."
"Si, amore?"
"Tu...sei cattiva: mi hai messo un dito nell'occhio!!! Papiiiiinooooo, vieeeeeniiiiiii?"
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...
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Mavaff'
giovedì 6 ottobre 2011
Dietro al vetro
Dietro al vetro sono io e tu sei tu
Non siamo ioetu
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Dietro al vetro vedo che vai da sola e prendi per mano il mondo perchè ti fidi e non hai paura
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Dietro al vetro ti lanci e ti giri raramente per controllare che io ti stia guardando
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Dietro al vetro sei una persona unica, e fai le cose che ti abbiamo insegnato, ma a modo tuo, con i tuoi tempi e i tuoi passi
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Dietro al vetro vedo che canti e chiaccheri e non hai bisogno di me come di una estensione del tuo corpo, perchè tu hai un TUO corpo che si muove nello spazio ed è coordinato ed autonomo.
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Dietro al vetro TI VEDO, e mi sembra la prima volta che lo faccio.
Perchè non sto guardando me, ma TE e questa cosa non è affatto banale e mi sembra una scoperta immensa.
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Dietro al vetro mi innamoro, ancora e ancora.
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Che storia questa prima lezione di nuoto.
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